Sono tempi di impazzimento collettivo. Lo denunciamo da un po', ma non c'è modo di uscirne. Suscettibilità e sensibilità esasperate stanno facendo precipitare gli abitanti del pianeta Mondo nella malattia mentale, nella psicosi collettiva o, per meglio dire (ed è assai peggio), nel ridicolo.
Vivien Leigh e Hattie McDaniel in "Via col vento" |
Dici "bella" a un ragazza e ti ritrovi denunciato di sessismo, di molestie verbali, di machismo (proprio l'altra sera, un conduttore televisivo non sapeva come farsi perdonare per aver affermato che finalmente aveva ospiti nel suo programma due giovani assessori comunali femmine, una mora e una bionda, proprio carine, meglio di quei vecchioni, bruttoni, rugosi politici maschi in colegamento poco prima).
Una ti mette la bocca tra le gambe e quarant'anni dopo si ricorda che quel giorno non ne aveva voglia, che l'ha fatto soltanto perché tu eri il suo capo e mirava a un avanzamento di carriera.
Sedicenti pontefici di una sedicente Chiesa cattolica si flagellano e porgono scuse per errori sperduti nella notte dei tempi e che in pratica loro non hanno mai comesso.
Nel nome del salutismo obbligatorio, vogliono cancellare le sigarette dai film di James Dean e Humphrey Bogart, Marlon Brando e Cary Grant, per non dire dei video musicali di Frank Sinatra (fumava due pacchetti al giorno, scolandosi anche una bottiglia di whisky).
Ci avvertono che i prodotti Disney sono pericolosissimi: Bambi tormenta i sogni, crea incubi e turbe psicologiche; Mary Poppins è decisamente razzista; Gli Aristogatti promuovono un tipo di cultura borghese e retrograda (ne abbiamo scritto qui). Adesso tocca a Via col vento: pellicola, ovviamente, scontatamente, miserevolmente accusata di razzismo.
Così HBO Max ha rimosso dal suo catalogo questo capolavoro di Victor Fleming, tratto dal romanzo di Margaret Mitchell, uscito nel 1939 e vincitore di 8 premi Oscar.
«Il film è il prodotto della sua epoca, e mostra alcuni dei pregiudizi etnici e razziali che, purtroppo, erano comuni nella società americana del tempo», ha dichiarato un portavoce di HBO alla rivista Variety. «Questo tipo di raffigurazione razzista era sbagliato allora ed è sbagliato oggi, e pensiamo che sarebbe irresponsabile mantenere questo titolo sulla piattaforma senza una spiegazione o una denuncia di ciò che vi viene rappresentato». Più tardi, lo stesso portavoce ha specificato: «Via col vento potrebbe tornare, ma solo se accompagnato da un disclaimer a proposito del suo contesto storico e da una denuncia dei suoi toni razzisti».
E che ci vorrebbero scrivere? Nuoce gravemente alla salute?
"La situazione è grave, ma non è seria" notava Ennio Flaiano. Una risata li seppellirà. Tutti.
Una ti mette la bocca tra le gambe e quarant'anni dopo si ricorda che quel giorno non ne aveva voglia, che l'ha fatto soltanto perché tu eri il suo capo e mirava a un avanzamento di carriera.
Sedicenti pontefici di una sedicente Chiesa cattolica si flagellano e porgono scuse per errori sperduti nella notte dei tempi e che in pratica loro non hanno mai comesso.
Nel nome del salutismo obbligatorio, vogliono cancellare le sigarette dai film di James Dean e Humphrey Bogart, Marlon Brando e Cary Grant, per non dire dei video musicali di Frank Sinatra (fumava due pacchetti al giorno, scolandosi anche una bottiglia di whisky).
Ci avvertono che i prodotti Disney sono pericolosissimi: Bambi tormenta i sogni, crea incubi e turbe psicologiche; Mary Poppins è decisamente razzista; Gli Aristogatti promuovono un tipo di cultura borghese e retrograda (ne abbiamo scritto qui). Adesso tocca a Via col vento: pellicola, ovviamente, scontatamente, miserevolmente accusata di razzismo.
Così HBO Max ha rimosso dal suo catalogo questo capolavoro di Victor Fleming, tratto dal romanzo di Margaret Mitchell, uscito nel 1939 e vincitore di 8 premi Oscar.
«Il film è il prodotto della sua epoca, e mostra alcuni dei pregiudizi etnici e razziali che, purtroppo, erano comuni nella società americana del tempo», ha dichiarato un portavoce di HBO alla rivista Variety. «Questo tipo di raffigurazione razzista era sbagliato allora ed è sbagliato oggi, e pensiamo che sarebbe irresponsabile mantenere questo titolo sulla piattaforma senza una spiegazione o una denuncia di ciò che vi viene rappresentato». Più tardi, lo stesso portavoce ha specificato: «Via col vento potrebbe tornare, ma solo se accompagnato da un disclaimer a proposito del suo contesto storico e da una denuncia dei suoi toni razzisti».
E che ci vorrebbero scrivere? Nuoce gravemente alla salute?
"La situazione è grave, ma non è seria" notava Ennio Flaiano. Una risata li seppellirà. Tutti.