"Ogni mattina un buon giornalista deve dare un dispiacere a qualcuno" (Benedetto Croce)

Popolo sovrano e popolo bue

Non è questione di metonimia o di sineddoche. È che manifestando, pesciolini o gattini non fa differenza, al grido di "quando il popolo scende in piazza, deve essere ascoltato", si confonde la parte per il tutto e si prende in giro l'opinione pubblica. Quanto volutamente, non è dato sapere. Il concetto di popolo è infatti più vasto di quanto vorrebbe far credere la minoranza, ma fosse pure maggioranza, gargarizzante per le strade. Inoltre è sempre vivo il rischio che il tanto decantato popolo sovrano si trasformi (è accaduto, accade, accadrà di nuovo) in popolo bue. Anche i preti, allorché battezzarono i loro settimanali diocesani con nomi come Il Popolo, La Vita del Popolo, La Voce del Popolo, La Difesa del Popolo e così via, erano ben consapevoli della mistificazione, spacciando per l'intero e complessivo soltanto l'interesse di una porzione (la loro, il "popolo di Dio" nella migliore delle ipotesi) che fu a lungo anche un partito.

Scuse a quintali (che palle)

Cominciò improvvidamente il Polacco, pare con disappunto del Tedesco - dicono di averlo sentito sbraitare nelle sacre stanze. Da allora è stato tutto un fluire di scuse: per questo, per quello, per quell'altro. Adesso siamo alle scuse per le scuse delle scuse: un prete vuole scuse perché il vescovo ha chiesto scusa e poi arriverà magari il laico a chiedere le scuse del parroco che vuole le scuse del prelato e via di questo passo. Ma che stanno diventando?

Nulla ha valore, tutto ha prezzo

Con la fortuna che hanno i nuovi slogan e le parole ripetute in modo mediaticamente infinito, fino a snaturarne il significato e a renderle spauracchi da agitare, oggi è tutto un fiorire di sovranismo e sovranisti. Difendi la tua casa, abitazione o nazione? Sovranista! Tieni alla pellaccia e alle tradizioni? Sovranista! Vuoi meno villaggio globale e più villaggio locale? Sovranista! Te ne freghi del mercato internazionale e ti curi del tuo popolo? Sovranista! Una volta si parlava dopotutto di disfattismo

Fiducia a questa roba qui

Via libera dal Parlamento europeo alla Commissione europea targata Ursula von der Leyen. I sì sono stati 461, 157 i contrari, gli astenuti 89.

È piacevole constatare che - tra sorrisi, selfie, strette di mano e dichiarazioni ottimistiche - l'accento è stato posto sui poveri Europei che tirano la cinghia, sulla mancanza di lavoro e di reddito, sul problema della casa, sulla qualità della vita, sulla droga che distrugge giovani e famiglie, sul gioco d'azzardo che è diventato piaga sociale con la complicità e il benestare di governi che ci guadagnano non poco, sulle mafie criminali, sulle nostre tradizioni secolari che vanno scomparendo e le nostre città trasformate in inabitabili banlieu, bronx, suk, sull'impossibilità di aumentare qualsiasi tipo di produzione dal momento che siamo invasi da prodotti commerciali stranieri a buon mercato, sulla fiscalità sanguisuga e prosciugatrice, sulla burocrazia strangolatrice.

Ah no, un momento. A leggere qui, pare che le questioni principali siano quelle migratorie («il nostro ruolo in quanto Ue, è quello di sviluppare un concetto globale per affrontare la migrazione» dice von der Leyen) e climatiche («la protezione del nostro clima è una questione esistenziale per l'Europa e per tutto il mondo e non potrebbe essere altrimenti. Vediamo Venezia sott'acqua, le foreste in Portogallo colpite da incendi, la siccità in Lituania; è successo anche in passato, ma non possiamo perdere neanche un secondo, dobbiamo lottare contro il cambiamento climatico»).

Perfetto. Stiamo messi davvero bene.