"Ogni mattina un buon giornalista deve dare un dispiacere a qualcuno" (Benedetto Croce)

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Via libera dal Parlamento europeo alla Commissione europea targata Ursula von der Leyen. I sì sono stati 461, 157 i contrari, gli astenuti 89.

È piacevole constatare che - tra sorrisi, selfie, strette di mano e dichiarazioni ottimistiche - l'accento è stato posto sui poveri Europei che tirano la cinghia, sulla mancanza di lavoro e di reddito, sul problema della casa, sulla qualità della vita, sulla droga che distrugge giovani e famiglie, sul gioco d'azzardo che è diventato piaga sociale con la complicità e il benestare di governi che ci guadagnano non poco, sulle mafie criminali, sulle nostre tradizioni secolari che vanno scomparendo e le nostre città trasformate in inabitabili banlieu, bronx, suk, sull'impossibilità di aumentare qualsiasi tipo di produzione dal momento che siamo invasi da prodotti commerciali stranieri a buon mercato, sulla fiscalità sanguisuga e prosciugatrice, sulla burocrazia strangolatrice.

Ah no, un momento. A leggere qui, pare che le questioni principali siano quelle migratorie («il nostro ruolo in quanto Ue, è quello di sviluppare un concetto globale per affrontare la migrazione» dice von der Leyen) e climatiche («la protezione del nostro clima è una questione esistenziale per l'Europa e per tutto il mondo e non potrebbe essere altrimenti. Vediamo Venezia sott'acqua, le foreste in Portogallo colpite da incendi, la siccità in Lituania; è successo anche in passato, ma non possiamo perdere neanche un secondo, dobbiamo lottare contro il cambiamento climatico»).

Perfetto. Stiamo messi davvero bene.