"Ogni mattina un buon giornalista deve dare un dispiacere a qualcuno" (Benedetto Croce)

L'Età dell'Idiozia

Forse la Ragione aveva torto, come ha sentenziato brillantemente Massimo Fini. Di sicuro, dall'Età della Ragione siamo passati all'Età dell'Idiozia.

A chi sbraita di razzismo senza troppa cognizione di causa, e con una convinzione che ci pare francamente esagerata in certe ragazzette pallide dell'America bene (o dell'Europa bene) che scendono in piazza per provare l'emozione di sentirsi alternative, ci piacerebbe poter semplicemente, moderatamente, civilmente ricordare che esiste anche un razzismo all'incontrario, piuttosto forte e radicato, del quale avremmo purtroppo qualche esempio da portare. È il razzismo che manifestano i "Neri" nei confronti dei "Bianchi". Ma di questo, ovviamente, vietato parlarne.

Ora stiamo assistendo, pressoché impotenti, a una serie di scemenze che si fanno passare per grandi conquiste sociali, eccezionali avanzamenti di civiltà, responsabili prese d'atto e di coscienza. E invece sono, e restano, scemenze impugnate nel nome dell'ideologia unica e obbligatoria da una versione ammodernata di autoritari tecnocrati e rivoluzionari, censori della libertà di pensiero e dei liberi comportamenti, menti fascistoidi, illiberali, talebane. Insomma: rincoglioniti, consentiteci il francesismo. Che a rincoglionirli sia il Sistema, o le canne libere, o quei dottissimi e pressoché inutili corsi universitari di lavaggio del cervello che ingrossano le file della "malavita laureata, indottrinata e disumanizzata" (cit. Guido Ceronetti, La carta è stanca) non è dato sapere. Ma questo è.

Nougatine Venchi: incartamento razzista?

Le ultime cretinate di cretini, imbecillità d'imbecilli, giunte nelle redazioni in queste ore riferiscono di cioccolatini chiamati "Moretti" (Mohrenkopf in tedesco) ritirati dagli scaffali dei supermercati perché è razzista chiamare "moretto" un dolce al cioccolato che peraltro nasconde il candore di un'anima di panna. Siamo a questo punto. E non veniteci a dire che è la vittoria del politicamente corretto. No, questa è demenza pura, cervello all'ammasso, pensiero infilato nel cassonetto della raccolta rifiuti (differenziata, naturalmente. Se la materia cerebrale vada nel secco o nell'umido chiedetelo al vostro comune di residenza).

Dunque segnaliamo ai moderni, accaniti, incattiviti censori fascisti, talebani e rincoglioniti anche le Nougatine della Venchi e la torta Testa di Moro. Dolcezze d'ora in poi razzistissime e da proibire.

In campo musicale, fa notizia che una band di Nashville finora nota come Lady Antebellum abbia deciso di cambiare nome in Lady A. Il motivo? La parola "Antebellum" era stata ispirata dallo stile architettonico tipico del XIX secolo in certi stati del Sud degli Stati Uniti, uno stile che ora - a detta del gruppo - sulla scia delle proteste negli Stati Uniti per chiedere giustizia per George Floyd e contro il razzismo rimanda a un periodo buio della storia del loro Paese, quando la schiavitù era ancora legale.

L'annuncio è arrivato attraverso un lungo post condiviso dai Lady Antebellum - anzi: Lady A - su Instagram in cui tra le altre cose hanno scritto: "Siamo dispiaciuti e imbarazzati nel dire che non abbiamo mai preso in considerazione le associazioni che appesantiscono questa parola e che fanno riferimento al periodo della storia prima della Guerra civile. Siamo profondamente dispiaciuti per i dolori che ciò ha causato e per chiunque si sia sentito invisibile o non considerato. Provocare dolore non è mai stata la nostra intenzione". Amen.

Va da sé che anche un tipico genere musicale finora noto come Negro Spiritual - originato dall'abitudine al canto degli schiavi e da una tradizione cristiana che pure è stata loro imposta, perché non l'avevano! -  ha da essere opportunamente ribattezzato semplicemente come Spiritual oppure Spiritual afro-americano. Ma sarebbe meglio dimenticarlo del tutto, bruciare gli spartiti e cancellare i dischi, perché ricorda, che altro se no, un passato doloroso.

E che dire del "popolo di negri che ha inventato tanti balli"? Già, i Watussi, "gli altissimi negri...". Altra canzone da cassare immediatamente. Che non vi venga in mente di intonarla, magari sorridendo, in quest'estate virale (nel senso di Covid-19). Qualcuno potrebbe pensare che è in atto una rivolta razzista, che i suprematisti bianchi vogliono prendersela con un "popolo di negri che ha inventato tanti balli, il più famoso è l'hully-gully" e che abita "nel Continente Nero, alle falde del Kilimangiaro". Il Tribunale del Popolo ha già pronta la sentenza di condanna (come per Cristoforo Colombo, Winston Churchill, Leopoldo II, il generale Lee o Edward Colston).

Gente di strada e delle redazioni, sapete ancora cos'è l'ironia o vi hanno derubato, oltre alla capacità di pensare, anche quella? Ragionare, please, prima di ringhiare.