«È con profonda indignazione che leggo sulla stampa francese articoli volti a riabilitare il famigerato generale Jaruzelski che regnò ininterrottamente sulla Polonia dal 1981 al 1989». Lo scrive su Boulevard Voltaire Patrick Edery, editorialista per il settimanale e sito di informazione Tygodnik Solidarnosc-portal Tysol. E si domanda bene: «Come quest'uomo, che ha passato metà della sua vita (45 anni ) al servizio del totalitarismo sovietico, è stato complice di omicidi, torture e ha fatto imprigionare migliaia di oppositori, può essere oggi quasi celebrato dalla stampa francese?». Prosegue Edery: «Nell'articolo del Figaro intitolato "Jaruzelski, il dittatore che è diventato democratico" sarebbe stato utile ricordare, almeno, alcuni fatti. Nel 1945, Jaruzelski prese parte alla lotta contro i combattenti della resistenza polacca della Seconda guerra mondiale, suoi stessi compatrioti, che si rifiutavano di sottomettersi a Mosca. Molti di questi combattenti della resistenza polacca arrestati furono atrocemente torturati e giustiziati dai comunisti dopo il 1945. Molto apprezzato dalle autorità comuniste per la sua devozione, Jaruzelski divenne nel 1956 il più giovane ufficiale promosso a generale. È uno dei principali responsabili della degradazione di oltre mille ufficiali polacchi di origine ebraica».
Si legge ancora nell'articolo: «Nel 1968 il ministro della difesa del momento è "accusato" falsamente di avere origini ebraiche e questo consente a Jaruzelski di prendere il suo posto. Nel 1970, fa sparare contro i manifestanti, che conteranno 42 morti nelle loro file. Nel 1981 prende il potere e instaura una giunta militare che violenterà e imprigionerà migliaia di avversari. Istituisce quindi un regime di terrore. Sono i suoi scagnozzi che tortureranno a morte padre Popieluszko. Infine, va ricordato che Jaruzelski passa la mano tra il 1989 e il 1990 mentre la perestrojka di Gorbaciov è in pieno svolgimento. L'URSS non era più pronta a sostenere una repressione sanguinosa, come aveva pur fatto in passato nei suoi paesi satellite. Soprattutto la Polonia era minacciata dal fallimento economico e, seguendo le orme di Giovanni Paolo II, non aveva più paura. Il potere di Jaruzelski minacciava di crollare».
Prosegue Patrick Edery: «Oggi Kwasniewski, presidente della Polonia dal 1995 al 2005, fa il tour dei giornalisti europei per riabilitare la memoria di Jaruzelski. Lui, che è stato Ministro della Gioventù sotto Jaruzelski, è stato un apparatchik sin dalla tenera età e ha ottenuto, a seguito degli accordi del 1989 tra i comunisti e il sindacato Solidarnosc, un'immunità per i suoi compagni comunisti in cambio di una transizione. non violenta. Kwasniewski giunge addirittura a dichiarare, nell'Express del 04/11/2019, che "l'anno 1989 è il migliore nella storia della Polonia", mentre proprio quell'anno i sacerdoti Stanisław Suchowolec, Stefan Niedzielak e Sylwester Zych vengono assassinati dai servizi comunisti. Sempre nel 1989, migliaia di documenti e prove di crimini comunisti saranno distrutti o rubati. Kwasniewski, grazie ai suoi contatti, fonderà in seguito il Partito socialdemocratico polacco.
«Sfortunatamente, la stampa francese fa troppo spesso affidamento sulla sua testimonianza e su quella di Adam Michnik, due attori e attuali alleati della vita politica polacca, per questa operazione di riabilitazione di Jaruzelski. Michnik è stato certamente uno dei principali leader dell'opposizione al regime comunista. Ma la stampa francese dimentica di ricordare che il signor Michnik, ora capo del giornale Gazeta Wyborcza, si schiera con una violenza inaudita contro il governo conservatore tutt'ora in carica. Che prima che i conservatori salissero al potere, il suo giornale, che milita per un ultra-liberalismo senza concessioni verso i più deboli, ha ricevuto oltre il 50% delle spese relative alla pubblicità dei ministeri nei quotidiani nazionali, mentre non rappresentava che il 20% delle tirature. Che uno degli azionisti del suo gruppo editoriale è il miliardario George Soros, avversario dichiarato del governo polacco. Che il signor Michnik sostiene i partiti polacchi liberali come il PO (equivalente de La REM [La République En Marche, noto come En Marche, ndr]), alleato nelle ultime elezioni europee del partito socialdemocratico di Kwasniewski. Ed è qui che sta il problema.
«Troppi giornalisti francesi intervistano soltanto persone di questa coalizione di ex comunisti ed ex liberali di Solidarnosc. I commenti dell'altro ramo del sindacato Solidarnosc, quello dei conservatori attualmente al potere, il PiS (Diritto e Giustizia), sono quasi assenti dai giornali francesi. In effetti, tanto l'OP che il PiS sono eredi del sindacato Solidarnosc. Ora, questo ramo dei conservatori di Solidarnosc accusa i liberali e i comunisti (gli attuali socialisti) di aver fatto intese nel 1989 per guadagnare potere e prebende. I signori Kwasniewski e Michnik (che sono quindi nella stessa coalizione antigovernativa in Polonia), sono talmente abituati a essere i soli "grandi testimoni autorizzati" della stampa internazionale che si concedono tutti gli eccessi per screditare il governo conservatore polacco e mettersi in mostra. Senz'alcuna vergogna e soprattutto contraddizione, attraverso un piano di comunicazione ben oliato, i due compari approfittano dell'anniversario dei 30 anni della caduta del comunismo sia per riabilitare il dittatore comunista Jaruzelski sia per paragonare i conservatori del PiS alla dittatura comunista.
«I socialisti di Kwasniewski e i liberali di Michnik non hanno mai accettato l'arrivo al potere del PiS nel 2015. Fin dall'inizio, hanno cercato di portare il loro conflitto politico interno sulla scena europea al fine di screditare il PiS a livello internazionale, sperando che questo abbia un effetto nelle urne polacche. Incapaci di vincere le elezioni parlamentari dello scorso ottobre, che hanno visto il PiS vincere a man bassa, si stanno ora rivolgendo alle elezioni presidenziali del 2020 attraverso una campagna di screditamento dell'attuale governo sui giornali europei e di promozione del loro accordo del 1989. E Jaruzelski è solo un sonaglio per i loro utili idioti: giornalisti incolti o complici. L'uno non esclude affatto l'altro».