"Ogni mattina un buon giornalista deve dare un dispiacere a qualcuno" (Benedetto Croce)

La religione di Bukowski

Charles Bukowski l'irriverente, lo sboccato, lo sporcaccione, nasceva il 16 agosto 1920 ad Andernach, in Germania. È vissuto a Baltimora, Maryland e Los Angeles, California, prima di morire di leucemia a San Pedro, sempre in California, il 9 marzo 1994.

Se il personaggio non ha bisogno di presentazioni, tantomeno la sua opera, qualche incertezza presenta il suo rapporto con la religione. Com'era?

Dunque, i genitori di Bukowski erano cattolici, ma ci sono pochissime informazioni su quanto fossero realmente devoti e un'eventuale educazione in questo senso non sembra aver avuto effetti duraturi sul celebre autore. Di solito viene ampiamente citato come ateo.

La ragione di questa etichetta deriva da una serie di citazioni di Bukowski, in particolare da questa: "Per coloro che credono in Dio, la maggior parte delle grandi domande trovano risposta. Ma per quelli di noi che non possono facilmente accettare la formula di Dio, le grandi risposte non rimangono scritte su pietra. Noi ci adeguiamo alle nuove condizioni e scoperte. Siamo flessibili. L'amore non deve essere un comando né la fede un detto. Io sono il mio dio. Siamo qui per disimparare gli insegnamenti della chiesa, dello stato e del nostro sistema educativo".

Se non propriamente una professione di fede nell'ateismo, certamente il suo è un atteggiamento agnostico. Sembra più incertezza che rifiuto. Tuttavia Bukowski si interessò al buddismo nell'ultima parte nella sua vita, come dimostra una sua poesia, Mentre Buddha sorride, e il fatto che domandò ai monaci buddisti di officiare il suo funerale.

Le esequie di Charles Bukowski (Los Angeles, marzo 1994)

Recita Mentre Buddha sorride:

se si può ridere, bene.
se si deve piangere, si deve
proprio piangere.

prendo il mio cuore spinoso e
lo getto via
il più lontano possibile nel buio e
rido.

io sono
come un insetto
un cane
un fiore.
Il coltello entra nel
sole.
Il piatto si
rompe.
il gatto sbadiglia.

gli eroi
un tempo giovani sono
invecchiati
mentre Buddha
sorride.

In ogni caso, come con la maggior parte delle cose nella vita, sembrerebbe che Bukowski pensasse che la religione fosse una balla e una perdita di tempo ed energia. Altre sue frasi in argomento:

La religione va bene negli ospedali. Dio gode di una certa popolarità in posti del genere.

Il matrimonio, Dio, i figli, i parenti e il lavoro. Non ti rendi conto che qualsiasi idiota può vivere così e che la maggior parte lo fa?

La cosa terribile non è la morte, ma le vite che la gente vive o non vive fino alla morte. Non fanno onore alla propria vita, la pisciano via. La cagano fuori. Muti idioti. Troppo presi a scopare, film, soldi, famiglia, scopare. Hanno la testa piena di ovatta. Mandano giù Dio senza pensare, mandano giù la patria senza pensare. Dopo un po' dimenticano anche come si fa a pensare, lasciano che siano gli altri a pensare per loro. Hanno il cervello imbottito di ovatta. Sono brutti, parlano male, camminano male. Gli suoni la grande musica dei secoli ma loro non sentono. Per molti la morte è una formalità. C'è rimasto ben poco che possa morire (da: Il Capitano è fuori a pranzo e i marinai prendono il comando).

Tutti abbiamo udito la donnetta che dice: "oh, è terribile quel che fanno questi giovani a se stessi, secondo me la droga è una cosa tremenda". poi tu la guardi, la donna che parla in questo modo: è senza occhi, senza denti, senza cervello, senz'anima, senza culo, né bocca, né calore umano, né spirito, niente, solo un bastone, e ti chiedi come avran fatto a ridurla in quello stato i tè con i pasticcini e la chiesa.

O.K., Signore, diciamo pure che esisti. Sei stato Tu a mettermi in questa situazione. Vuoi mettermi alla prova. E se io mettessi Te, alla prova? E se io decidessi che non esisti? Mi hai messo in un bel guaio, tra i miei genitori e questi foruncoli. Io credo proprio di averlo passato, l’esame. Sono più forte di Te. Se Ti degni di scender giù, adesso, Ti sputo in un occhio, ammesso che Tu ce li abbia, gli occhi. E il culo? Ce l’hai il culo? La fai la cacca? Quel prete non ha mai voluto rispondere a questa domanda. Ci ha detto di non dubitare. Dubitare di che? Io penso che Tu abbia esagerato con me, e allora Ti chiedo di scender giù, di farTi vedere, perché voglio anch’io metterTi alla prova! Aspettai. Niente. Aspettavo Dio. Continuai ad aspettare. Poi mi addormentai, credo.

Per finire, la poesia L'uomo del Signore:

eravamo sui 10-11 anni
quando andammo
dal prete.

bussammo.
aprì
una cicciona sciatta.
"sì?" domandò.

"vogliamo vedere
il prete", disse uno di noi.
penso fosse Frank
che lo
disse.

"Padre", la donna
girò la testa,
"dei ragazzi vogliono
vederla".

"falli venir
dentro", disse
il prete.

"seguitemi", disse
la cicciona sciatta.

la seguimmo.
il prete era
nello studio.
seduto alla scrivania.

mise via delle carte.
"sì, ragazzi?"

la cicciona
se la filò.

"ebbene," dissi io.

"ebbene," disse Frank.

"sì, ragazzi, proseguite..."

"ebbene", disse Frank, "ci
chiedevamo se c'è davvero
Iddio".

il Padre sorrise.

"ma certo
che c'è".

"e dov'è?"
domandai io.

"voi ragazzi non avete
studiato catechismo?
Dio è ovunque".

"oh", fece Frank.

"grazie, Padre,
volevamo solo
esser certi", dissi io.

"non c'è problema,
ragazzi, mi fa piacere
che abbiate chiesto".

"grazie, Padre",
disse Frank.

facemmo entrambi una specie di
inchino, poi
girammo
e uscimmo
dalla stanza.

la cicciona sciatta
ci aspettava.
ci guidò lungo il
corridoio sino alla
porta.

passeggiammo su e giù
per la via.

"mi domando se
la chiava?" chiese
Frank.

guardai intorno in cerca di Dio,
poi risposi:
"certo che no".

"ma cosa fa
quando è
eccitato?"
chiese Frank.

"probabilmente prega",
dissi.

"non è la stessa
cosa", disse Frank.

"lui ha Dio", dissi,
"non ha bisogno
di quello".

"secondo me
la chiava", disse Frank.

"ah sì?"

"già
perchè non andiamo
a chiederglielo?"

"vacci tu a chiedere",
dissi, "sei tu
il curioso".

"ho paura",
disse Frank.

"hai paura di Dio",
dissi.

"beh, tu non ce l'hai?"
domandò.

"sicuro".

poi ci fermammo ad un
semaforo rosso, aspettando il
turno.
nessuno di noi era stato
a messa da
mesi.
era noioso.
era più divertente
parlare col prete.

venne il verde e
attraversammo.