"Ogni mattina un buon giornalista deve dare un dispiacere a qualcuno" (Benedetto Croce)

Iran che abbaia non morde (di solito)

Ecco chi alimenta le paure. "Dinamite in una polveriera" l'uccisione del generale iraniano Qassem Soleimani da parte degli Stati Uniti? Macché, semplice promemoria che se si gioca con il fuoco si finisce bruciati. "Il mondo ora ha paura", titolone di Repubblica? Fake news, l'ennesima. Si facciano avanti, e gli facciamo vedere chi trema e che bella lezione di forza siamo in grado di impartire a questa gente che sfrutta e tiene sottomesso un popolo, psicologicamente e fisicamente. Timori zero, altro che balle.

Facciano pure la voce grossa, aizzino le piazze. «C'è anche la possibilità, tra tutte le terribili previsioni, che l'Iran non faccia nulla, almeno per ora». Non lo diciamo noi, ma una ben informata nota dell'agenzia AP.
«Israele, per esempio, non sembra terribilmente preoccupato. Le autorità hanno chiuso una stazione sciistica vicino ai confini con il Libano e la Siria, e il Primo Ministro Benjamin Netanyahu ha interrotto un viaggio in Grecia, ma non ci sono state altre misure di sicurezza o discussioni sul dover richiamare i riservisti. "Penso che gli iraniani siano scioccati adesso", ha dichiarato Yoel Guzansky, esperto di Iran all'Istituto per gli Studi strategici nazionali, un think tank di Tel Aviv.

«L'Iran e i suoi alleati hanno perso molti altri comandanti nel corso degli anni. Mentre promettono sempre vendetta, di solito aggiungono che accadrà in un momento e in un luogo di loro scelta - e la crisi passa.

«Ad esempio, Hezbollah ha giurato vendetta dopo che uno dei suoi massimi comandanti, Imad Mughniyeh, è ​​stato ucciso in un bombardamento a Damasco che il gruppo ha attribuito a Israele. Era il 2008 e, sebbene da allora il gruppo abbia avuto degli scambi di fuoco con Israele, non ha effettuato attacchi di rilievo».

Certo, non esiste un vero precedente per l'uccisione di una figura di spicco come Soleimani. Una guerra (quella scioccamente evocata dai deficienti social network) o, più verosimilmente, un massiccio cyber-attacco potrebbe davvero essere in agguato.

Tuttavia, «è stupefacente che l'eliminazione di Qassem Soleimani venga quasi ovunque in queste ore valutata per i pericoli per la pace che potrebbe comportare senza considerare i reali disastri di guerra che la sua vita ha causato. E di conseguenza, è assurdo non considerare che, nel lungo termine, è certamente portatrice di pace la scomparsa dalla scena politica del capo iraniano delle milizie Quds che ha affermato durante un'intervista del 2009 che "il vero paradiso perduto dell'uomo è il fronte di guerra"» sottolinea Fiamma Nirenstein sul Giornale.

E anche Maurizio Molinari sulla Stampa scrive: «Sottovalutare l'America è l'errore più comune da parte dei suoi avversari - da Breznev ad Arafat, da Milosevic a Saddam, da Bin Laden ad Al-Baghdadi - e Soleimani lo ha ripetuto dimenticando che l'arsenale Usa in Medio Oriente resta comunque senza rivali, inclusi i missili che lo hanno eliminato. Restituendo all'America un potere di deterrenza militare che sembrava non voler più usare».

Insomma, se volete sapere chi comanda e chi ha ragione, basta che alziate la mano e chiediate. La risposta non si fa attendere.